Buoni propositi e ambiente

Febbraio 13, 2023

Gennaio è ormai da tempo divenuto il mese in cui ci si prende del tempo per stabilire nuovi obiettivi e risoluzioni per il nuovo anno, che si tratti di fare esercizio regolarmente, smettere di fumare, imparare una nuova lingua o leggere più libri.  Negli ultimi anni, però, grazie all’iniziativa Veganuary, Gennaio non è più esclusivamente il momento ideale per focalizzarsi sulla cura di sé ma anche per dedicarsi alla tutela dell’ambiente, fornendoci un’occasione per fare qualche riflessione in merito all’impegno che tante aziende stanno dimostrando su questo fronte.

Veganuary: di cosa si tratta? 

L’obiettivo del movimento Veganuary, nato in Inghilterra nel 2014 per mano di una organizzazione non-profit, è quello di invitare le persone a provare un'alimentazione vegetale per tutto il mese di gennaio, fornendo ricette, articoli e materiale informativo di supporto al fine di divulgare i benefici che questo stile alimentare apporta su più livelli. 

La consapevolezza sui vantaggi di questo tipo di alimentazione sta crescendo rapidamente; lo testimonia il fatto che l’edizione di Veganuary 2023 abbia raggiunto un livello record di iscrizioni a livello globale, confermando di non essere espressione di un semplice trend o moda passeggera bensì indice di una vera e propria transizione del modo di pensare i sistemi di produzione e consumo che si sono affermati negli ultimi decenni. Le adesioni all’iniziativa rappresentano dunque solo la punta dell'iceberg.  

Vista la portata dell’iniziativa, diventa necessario che le realtà che si rendono portavoce di tale obiettivo inizino a pensarsi come ecosistema, al fine di ottimizzare le risorse e l’impatto che ciascuno può apportare attraverso la propria attività. Per questa ragione, ClimatePartner ha partecipato al primo ViRA talk, promosso dalla Virtuous Revolution Alliance. Vira è un'unione di aziende, persone, brand, organizzazioni pubbliche e private che condividono l’obiettivo comune di incoraggiare la conversazione, sviluppare soluzioni e comprendere le sfide del sistema alimentare attuale con lo scopo di renderlo più sostenibile, equo e salutare. L’incontro, tenutosi il 26 gennaio 2023 nel ristorante Linfa di Milano, si è focalizzato sulle sfide e promesse del settore food-tech nella lotta al cambiamento climatico. Al dibattito hanno preso parte esperti, rappresentanti di aziende e divulgatori che hanno condiviso con il pubblico la propria esperienza e idee per canalizzare le proprie attività verso un maggior rispetto dell’ambiente. 

Trend passeggero o transizione definitiva?

Come accennato, al di là dei partecipanti all'appuntamento annuale del Veganuary, i dati dimostrano una costante crescita delle persone che stanno riducendo il consumo di prodotti animali. Si stima che, in Europa, circa il 23% della popolazione abbia rivisto la propria dieta scegliendo di mangiare solo saltuariamente alimenti di derivazione animale, consapevoli del significativo impatto sull’ambiente che le nostre scelte alimentari possono avere. 

Anche in Italia, un paese che può vantare una tradizione culinaria riconosciuta a livello mondiale, cresce il numero di persone che, spinte da motivazioni ambientali, salutistiche o anche semplice curiosità, scelgono di mettersi in gioco e rivedere il proprio carrello della spesa. Si tratta dei cosiddetti “flexitariani”, consumatori consapevoli che orientano la propria spesa verso la scelta vegetale, riducendo ma senza eliminare del tutto le proteine animali. Seppur questo termine raccolga una platea piuttosto ampia ed eterogenea, spinta da una varietà di motivazioni, uno dei principali driver di cambiamento che porta ad adottare nuove abitudini a tavola è proprio quello ambientale. 

Gli esperti e la scienza sono ormai concordi sul fatto che un’alimentazione a base vegetale, insieme a un’attenzione particolare sulla provenienza e la stagionalità dei prodotti, sia un fattore chiave nella lotta ai cambiamenti climatici, apportando benefici su più livelli. Tra questi possiamo riconoscere ad esempio, la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, un notevole risparmio idrico, un’ottimizzazione dell’uso del suolo, il contrasto all’impoverimento del terreno e all’inquinamento delle falde acquifere, la tutela della biodiversità. Basti pensare che il settore agro-alimentare è responsabile da solo di un quarto delle emissioni antropogeniche di gas serra a livello globale.

Come si muovono le aziende?

ClimatePartner, nel proprio lavoro di supportare le aziende nel definire una strategia per il clima, sta rilevando la tendenza da parte del mercato non solo di assecondare, ma nei casi più virtuosi, anche di guidare questa transizione. Si moltiplicano infatti le aziende che introducono prodotti vegetali nei propri cataloghi, le catene di ristorazione che scelgono di rivedere i propri menù, i supermercati che vanno ad ampliare le proprie sezioni di prodotti vegetali, in un’ottica non solo di rispetto per l’ambiente ma anche di maggior inclusività. Effetto collaterale è inoltre il moltiplicarsi di proposte quali scuole di cucina, mense scolastiche e servizi di ristorazione che decidono di reinventarsi in questa chiave  .  

Ne è un esempio particolarmente significativo Mindful Chef, azienda inglese che offre un servizio di meal box delivery, consegnando dei kit che contengono tutti gli ingredienti, opportunamente dosati, per la preparazione di diverse ricette. È dal 2020 che ClimatePartner supporta Mindful Chef nel suo percorso di azione climatica, partendo dalla misurazione dell’impronta carbonica e analisi dei principali elementi che contribuiscono all'impatto dell’azienda sul pianeta. Mindful Chef si è da sempre impegnata per la riduzione della propria carbon footprint, creando una forte sinergia con i propri fornitori e lavorando alla selezione di ingredienti e sviluppo di ricette a basso impatto ambientale, lanciando ad esempio una linea di kit ricette esclusivamente vegetali. 

In conclusione, l’esempio di Mindful Chef, così come i progetti e le iniziative che sono stati presentati, attestano che, nonostante gennaio sia finito, la transizione verso uno stile alimentare più consapevole sia invece destinato a restare.  

Questo anche grazie all’impegno di tante aziende che decidono di rivedere il proprio business, andando talvolta controcorrente, in un’ottica di maggior rispetto dell’ambiente.  

Se vuoi saperne di più e anche tu iniziare il tuo percorso di azione climatica scrivici.

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